introduzione
Da piccolo credevo che il denaro fosse il diavolo perché vedevo le persone intorno a me e la mia famiglia litigare e fare cose brutte per ottenerlo. Vedevo molto poco mio padre perché era sempre a lavoro e pensavo che per guadagnare non potesse giocare con me. Quando glielo chiesi mi rispose che lui aveva un’azienda e con questa la responsabilità morale ed economica di molte famiglie, non solo della nostra, e per questa ragione doveva lavorare tanto per garantire un futuro sereno e stabile a tutti sottolineando che il denaro non doveva essere il fine, ma il mezzo con cui compiere e creare per tutti buone cose ed azioni. Mi disse soprattutto che le cose belle e giuste nascono dal Cuore, richiedono sacrifici e si compiono un gradino alla volta. Mi ricordava che la forza del suo successo era l’aver fatto la 5 elementare e aver sempre guardato le cose con gli occhi di un bambino curioso di sapere e apprendere. Allo stesso modo invitava me ad osservare con lo stupore e il rispetto di un bambino a cuore e mente aperti ogni professione ed azione delle persone intorno a me.
Quando l’amica e gallerista Alessia di Legart mi ha proposto Paz Blandina ho rivisto nelle sue opere la connessione a tutto questo. L’artista unisce le banconote ai personaggi dei fumetti e dei cartoons di quando eravamo piccoli, ponendoli in maniera da sovrastarle e ricoprirle con la
loro allegria e i loro colori ponendo la domanda: “Art is money?”
Oggi tutto gira intorno al business, così come l’arte stessa. È in espressione dell’animo e del cuore dell’artista o del mercato dell’arte che deve produrre banconote?! Se è vero che l’utilizzo delle banconote non è una novità, come anche i personaggi cartoons, è altrettanto vero che Paz fonde i due temi ponendo nell’animo e cuore attento una domanda ed una arguta ed intelligente critica all’oggi in diverse sue sfaccettature. Il denaro e l’essere bambino, con l’obiettività diretta di un bambino, un bambino che si pone delle domande e quindi un bambino sapiens (intelligente come lo sono tutti i bambini perché liberi da schemi).
Le opere possono sembrare ad uno sguardo veloce semplici ed un po’ ruffiane, non me ne voglia l’artista, ma avvicinandoti e con uno sguardo più attento e curioso inizia un dialogo profondo della mente tra similitudini artistiche, periodi ed epoche tra infanzia personale sopita o presente per poi riportarti ad una riflessione attuale politica, artistica, sociale e ambientale che argutamente l’opera richiama nella sua immagine o titolo od entrambi, dimostrato un’intelligenza fine e provocatoria dell’artista che con apparente leggerezza ed ingenuità dell’immagine ti invita in un percorso di ragionamento, cosa che oggi più che mai si tende a non fare guardando solo nell’immediato ai soldi. Ragioniamo ancora o il palloncino del nostro cervello sta per volare via? Lo afferreremo o no?
Per chi è credente Gesù disse che attraverso i bambini passa il regno dei Cieli. “La bellezza salverà il Mondo” e la vera arte ne è l’espressione massima. Il buon senso ed il ragionare oggi assieme a quanto sopra salverà il mondo.
Le opere di Paz riassumono per me tutti questi concetti. Un sentito ringraziamento ad Alessia di Legart che è stata indispensabile alla realizzazione di questa mostra e un profondo grazie a Paz Blandina come artista e uomo per la professionalità e disponibilità dimostrate fin da subito.
Dott. Andrea Alessandro Giacomini
"Art is money?"
Hotel San Rocco e Fondazione Cavaliere del Lavoro ALberto Giacomini in collaborazione con la Galleria LEGART sono lieti di presentarvi “Art is Money?”
Patrizio Blandina nasce a Desenzano del Garda (Bs) nel 1972, da padre siciliano e madre bresciana. E’ da questo incontro di culture che, probabilmente, prende vita il primo germe d’arte che coniuga creatività a rigore e ricerca.
Comincia a dipingere per strada nel 1988, quando i Graffiti comparivano solo nei telefilm americani, ma è dagli anni ’90 con la frequentazione dell’atelier della pittrice e restauratrice Carla Nocci che Blandina accresce e perfeziona le sue doti pittoriche e impara la tecnica dell’affresco.
Inizia a dipingere osservando ogni cosa dalla sua personale prospettiva, unica e irripetibile, intraprendendo questa esperienza di consapevolezza in una evoluzione stilistica njuova, nel segno che attualmente lo contraddistingue: l’opposizione sfondo-figura tipica della psicologia della Gestalt.
La tecnica sviluppata si traduce in uno stile caratterizzato da gocciolature e pennellate gestuali, ereditato dalla tecnica del dripping. E’ una pittura che si muove, dinamica, così come molti suoi soggetti: esserei animati e inanimati (persone, animali, oggetti) che vivono nel gesto pittorico. Utilizza smalti e acrilici di ottima qualità realizzati appositamente per le sue specifiche necessità. I supporti sono carte in cotone purissimo della serie Hahnemuhle.